Due tesi ed una sintesi.
Prima Tesi.
Un sera Edward Elgar si sedette al suo pianoforte e comincio a suonare stancamente una nota melodia.
La moglie, che adorava quel pezzo si avvicinò, e Edward cominciò a proporle una serie di variazioni sul tema che nominava citando loro amici. Il geniale autore riformulava il tema a seconda delle caratteristiche del personaggio che citava, in un gioco di forme sonore, ritmo, intensità sempre diverso.
Pochi anni dopo Elgar pubblicò Enigma Variations
I nome dei personaggi divennero sigle che storici e musicologi si divertirono a svelare.
Ma il vero enigma rimane: quale è il tema originario? (Elgar scrisse: l’enigma resterà un enigma). Sembrava sparito sotto quella coltre di suoni, orchestrazioni, suggestioni così diverse; ogni variazione, in effetti, sembra essa stessa l’originale
Seconda tesi.
Poche settimane fa #DrusillaFoer ci ha invitato a riporre il termine Diverso perché per sua natura divisivo. La meravigliosa e spigliata Dru consiglia quindi di passare ad Unicità.
È un termine molto coerente con la narrazione contemporanea, caratterizzata dall’idea che l’IO sia impegnato in una sfida per l’emersione, la distinzione assoluta, l’irripetibilità.
Eppure quando l’ho sentito proferire con quel ardore e passione l’effetto non è stato rincuorante.
Unicità deriva dal latino UNICUS, e la sua radice è UNUS : Solo del suo genere, che non ha altri nella sua specie (Etimo.it).
E siamo di nuovo a capo: Unico è ciò che è talmente diverso, ancora più e così tanto diverso, da non poter essere in alcun modo somigliato. Ma anche così solo, autogenerato, non appartenente, originario. Saremmo insomma un mondo di “pezzi unici”, figli unici, piccoli “dei” non necessitati e non necessitanti.
Sintesi
Qualche settimana fa ho ascoltato questa bellissima Lectio di Stefano Massini che invita a considerarci Varianti, Variazioni.
Il tema forse lo cogliamo o crediamo di coglierlo, come gli esperti cercano di fare con Enigma. Ci pare di afferrarlo attraverso la ricerca genetica, antropologica, filosofica.
Ci avviciniamo, quasi lo sentiamo.
Ma per lo più anche noi siamo portati a pensare che le Variazioni (Noi) siano degli originali.
Ma questa volta ho sentito riappacificazione dentro di me: sono una Variazione.
Ho caratteristiche di suono, forma, ritmo, intensità specifiche, ma sto suonando, insieme a tutti gli altri, lo stesso grande tema dalla notte dei tempi. Mi sento vivo e vero, ma non da solo. Mi colgo in divenire con me stesso, ma anche con tutta l’epopea umana alle mie spalle e che intravvedo avanti a me.
Ora ti guardo e non cerco la tua somma diversità, la differenza rispetto a me, ma ascolto, dentro la tua variazione, il tema che ci accomuna.
Che cosa ne dite?
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