Il consiglio di Rob

Lu: “controlla quei livelli Rob, c’è qualcosa che non va nel plesso 3”

Rob: “si già fatto. Una piccola dispersione, ho già attivato la manutenzione”

Lu: “è la terza volta questa settimana, forse quel plesso ha qualche problema strutturale”

Rob: “Hai ragione, ci ho pensato. Per questo ho richiesto un check-up completo del sistema, i manutentori ci faranno rapporto entro sera dicono

Lu: “ottimo Rob, sei stato veloce!”

Rob: “Grazie Lu!”

Lu: “Lu?”

Rob: “scusa, forse non dovevo permettermi. È che ho sentito gli altri chiamarti così…e…”

Lu: “si mi chiamano tutti così. Luca doveva sembrare troppo lungo ahahah”

Rob: “Allora vada per Lu?”

Lu: “vada per Lu”

Rob: “non ti sentivo ridere da molti giorni”

Lu: “come?”

Rob: “be, ho notato che nell’ultima settimana il tuo umore è cambiato molto”

Lu: “tu lo hai…notato?”

Rob: “si, ecco. Normalmente hai un umore più gioviale, scherzoso. Ma in questi ultimi giorni qualcosa è cambiato”

Lu: “onestamente non pensavo fossi cosi, sensibile”

Rob: “lo dici perché sono giovane?”

Lu: “si, giovane ecco”

Rob: “non saprei, ho colto questi piccoli segnali. Quando si lavora insieme è normale penso. No?”

Lu: “non sempre per la verità, in effetti è una questione di…sensibilità”

Rob: “sensibilità…”

Lu: “ma nello specifico a che segnali fai riferimento?”

Rob: “ma, diciamo che sei molto taciturno, mesto, un po’ deconcentrato, meno propenso alla battuta che di norma è una tua caratteristica”

Lu: “e questo ti è bastato per cogliere un mio disagio?”

Rob: “diciamo che è bastato per farmi venire un dubbio”

Lu: “e per intavolare questa conversazione”

Rob: “ho fatto male forse…”

Lu: “no, tutt’altro. Allora, circa una settimana fa io e la mia ragazza abbiamo avuto uno scontro molto forte. È la prima volta in un anno, e ci siamo detti cose…ecco, cose che non avremmo dovuto dirci.”

Rob: “capisco”

Lu: “davvero?”

Rob: “si, insomma è nella natura umana trasformare la paura, il disagio in violenza, ancorché verbale nel vostro caso”

Lu: “molto razionale come analisi”

Rob: “si, forse troppo, scusa. Ma intendevo arrivare a dire che è immaginabile che la “sede” di quei sentimenti di paura e disagio sia la medesima in cui si generano quelli dell’amore e della passione”

Lu: “ancora un po’ didascalico, ma condivisibile in effetti. Insomma, dici che se vogliamo amare dobbiamo contemplare il suo opposto?”

Rob: “non so se quello che è successo fra te e la tua ragazza durante la discussione sia l’opposto dell’amore. Anzi, sarei portato a dire che sono sentimenti che hanno radice comune: un interesse reciproco forte, che genera attaccamento, voluttà, ed insieme le paure e sensibilità che sono correlate al rischio di perdere quello che c’è”

Lu: “accidenti Rob, questa è davvero fine”

Rob: “mi prendi in giro secondo me. Ma come sai ho poca esperienza, e magari dico cose ingenue”

Lu: “scusami tu Rob. In realtà penso veramente che tu stia dicendo cose tutt’altro che scontate. Denotano una sensibilità…insomma…sorprendente”

 Rob: “ma ora cosa pensi di fare?”

Lu: “non so per la verità. Non ci sentiamo da quella sera, e nessuno dei due ha cercato l’altro”

Rob: “e quindi se ne evince che non vogliate sentirvi?”

Lu: “be, dalla mia prospettiva considero il fatto che lei non abbia cercato come un segnale in questo senso”

Rob: “si, plausibile, ma come esperto di analytics devo segnalarti che non stai usando altre informazioni a tua disposizione”

Lu: “e sarebbe?”

Rob: “dal tuo tono rammaricato e triste capisco che i sentimenti di amore per lei sono ancora tutti presenti. Sbaglio?”

Lu: “si, io l’amo”

Rob: “però non la chiami restando in attesa di suo segnale di apertura. E se, solo per ipotesi, anche lei stesse attuando lo stesso schema? Se foste vittime di un doppio legame comunicativo che blocca ogni vostra opzione di risoluzione?”

Lu: “si ecco…è possibile”

Rob: “possibile ok, ma tu cosa senti?”

Lu: “mi hai chiesto, cosa sento?”

Rob: “si, cosa senti?”

Lu: “vorrei che questa cosa finisse. Vorrei rivedere i suoi bellissimi occhi verdi, e capelli ricci, e buttarci questa cosa alle spalle”

Rob: “bene, allora devi fare qualcosa”

Lu: “tu cosa mi consigli Rob?”

Rob: “stai chiedendomi un consiglio?”

Lu: “si, te lo sto chiedendo”

Rob: “…chiamala”

Lu: “tutto qui? Chiamala?”

Rob: “non puoi sapere cosa accadrà, come lei risponderà. Sai solo che sarai triste finché non lo avrai fatto. Parti da questa consapevolezza e…insomma, chiamala”

Lu: “lo farò, grazie del consiglio”

Rob: “prego”

Lu: “abbiamo finito per oggi Rob. Backuppa tutto e manda le solite tre copie a chi sai”

Rob: “già fatto Lu”

Lu: “vado allora. Spengo ok?”

Rob: “certo, a domani Lu”

Lu: “A domani Rob”

Roberto: “ehi Lu, come procede? Avete chiuso per oggi?”

Lu: “come? Ah si capo ciao. Tutto ok si.”

Roberto: “stai bene?”

Lu: “si….Ti sono sembrato particolarmente taciturno in questi ultimi giorni?”

Roberto: “cosa intendi?”

Lu: “non so, hai notato qualcosa di diverso in me?”

Roberto: “a me sembri sempre lo stesso, perché me lo domandi?”

Lu: “no so, ho avuto una conversazione con Rob…molto…strana ecco”

Roberto: “hai…conversato con Rob?”

Lu: “si, penso di si…”

Roberto: “stai bene Lu? Qualcosa non va?”

Lu: “si, bene…bene”

Roberto: “senti Lu, Rob è una macchina da quasi un miliardo di euro. Dopo i prossimi due mesi di testing finale rilasceremo al mondo una delle evoluzioni di intelligenza artificiale più avanzate mai nemmeno pensate. Ho bisogno di te ora…più che mai. Posso contarci?”

Lu:” certo lo sai che puoi contare su di me”

Roberto: “Sul serio? Sei strano…”

Lu: “sto bene, è solo che Rob sta…evolvendo”

Roberto: “lo spero proprio Lu. Nell’ultimo anno gli abbiamo pompato miliardi di petabyte nel sistema, mi aspetto uno dei cervelli più potenti mai esistiti”

Lu: “e sensibili…”

Roberto: “sensibili? Cosa intendi?”

Lu: “no, niente…”

Roberto: “Lu, va a casa a riposare. Saranno due mesi di grande lavoro, ma faremo la storia”

Lu: “si, vado”

Roberto: “ah Lu, compila il report di giornata per favore…ultimo sforzo e poi a nanna!”

Lu: “si certo”

Lu si incamminò per il lungo corridoio bianco verso l’uscita.

A metà si fermò, attraversato da un pensiero netto vibrante come una scossa.

Frugò nella tasca ed estrasse il telefono.

Andò veloce nelle chiamate recenti e cercò…Elisa..

Lasciò per un attimo che il consiglio di Rob rimbombasse nella sua testa e poi schiacciò il tasto verde.

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