Sharingness, a skill to win

Dalla sharing economy alla competenza di sharingness

L’amico Fabrizio Bellavista è riuscito perfettamente nell’intento di creare un panel di grande interesse su un tema centrale: nel mercato e sistema di relazioni moderno, lo scambio è un elemento di valore? 

Un argomento non nuovo, ma che oggi è passato a mio avviso ad un altro livello. La domanda diventa quindi: come produrre meccanismi di scambio che generino valore tangibile?

Fabrizio ha quindi invitato diversi speaker con taglio complementare proprio per provare a guardare a questo fenomeno in modo ampio e articolato.

Intanto Nicola Zanardi A.D. Ferrara Fiere Congressi Srl – Bologna Fiere che ha tracciato lucido un quadro a partire proprio dalla nuova economia emergente. Non ingenuo ottimismo o cinico disfattismo, ma domande di sostenibilità che hanno coinvolto fin da subito le persone confluite nella sala della Musica di Ferrara.

Fabrizio Bellavista ci ha poi portato ad oggi, facendo un excursus storico sociale di come la rete abbia liberato questo contesto, ma anche dimostrando come alcune degli elementi erano già presenti prima, nelle relazioni di network che alcuni contesti avevano creato (Palo Alto), che hanno poi prodotto quelle innovazioni che oggi conosciamo e diamo quasi per scontato. Fabrizio è poi eclettico comunicatore che ha stimolato la nostra mente, ma anche le emozioni con alcuni esperimenti interessanti in sala.

Con il mio intervento ho poi voluto fare una riflessione specifica sulla Sharingness, intesa come una competenza necessaria alle organizzazioni per importare quel potenziale di generazione di valore.

In fondo all’articolo trovate la presentazione che ho proposto, con un piccolo modello di analisi che vuole andare nella direzione di creare strumenti concreti per lo sviluppo di questa competenza strategica per il futuro della organizzazione.

In chiusura, una vera cicca di reale sperimentazione sul campo.

Paolo Mamo Amministratore delegato Altavia,‭ ‬fondatore di DistrEAT, ci ha raccontato del loro esperimento di “impresa aperta”. Aperta non solo sul piano della orizzontalizzazione dei processi, ora più collaborativi e basati sullo scambio. Ma anche su una apertura fisica degli spazi aziendali, diventati una risorsa anche cittadina. Si può entrare nel cortile, mangiare, sostare, chiacchierare e mischiarsi con le persone di Altavia. Un progetto sul campo che cambia il paradigma organizzativo.

Un bel panel che non ha prodotto risposte buone in se, ma ha contribuito con delle proposte. D’altra parte la sessione ha sforato di quasi 40 minuti, in piena ora di cena, eppure nessuno dei partecipanti si è mosso. E si è trattenuto con noi nel aperitivo offerto poi, conversando ancora per un altra ora quasi.

Insomma un bel risultato per una prima edizione Festival ricco di occasioni di scambio di pensiero e di casi concreti. Un bel viatico per i prossimi anni direi.

Penso di poter dire che Davide Pellegrini, a buon titolo ideatore di questa esperienza, possa essere soddisfatto.

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